Racconto
Paolo
La prima tappa non è particolarmente impegnativa; un piccolo gruppo (Gianni, Maria e Patrizia), che vorrebbe partecipare alla preghiera comunitaria di TaizĂŠ, parte prima (verso le 8.15). Gli altri verso le 9.00; giornata con clima variabile. Usciamo dal centro di Macon guidati dalla traccia GPS preparata a casa; in periferia troviamo subito lâindicazione per la Voie verte. Presa la ciclabile ne apprezziamo subito lo stato e la segnaletica; la verde campagna circostante rende il procedere piacevole. Questo tratto di ciclabile è stato realizzato sul tracciato di una vecchia ferrovia; lungo il cammino si incontreranno anche alcune vecchie stazioni ferroviarie. Superato qualche breve saliscendi, dopo circa 15 km arriviamo al Tunnel du Bois Clair; si tratta di una galleria lunga 1,6 km non illuminata (lâilluminazione câè ma è spenta). Fortunatamente alcuni di noi hanno la luce e lentamente (è molto buia e fredda), riusciamo ad attraversarla. Solo Simona si deconcentra e striscia con la mano sulla parete causandosi alcune escoriazioni. Incontriamo in galleria anche ciclisti (locali) che la attraversano senza faro ma solo puntando al puntino bianco dellâuscita e che usano la voce per farsi sentire. Leggiamo che la galleria è chiusa dal 15/10 al 31/03 e si può scavalcare con un itinerario alternativo.
Verso le 11,30 siamo al centro di Cluny; ci concediamo una breve sosta di 30 minuti per visitare lâAbbazia (chi vuole) o il centro della cittĂ . Chi visiterĂ lâAbbazia resterĂ piuttosto deluso; si pagano 7 euro per vedere ben poco di ciò che resta della vecchia struttura. Ripartiamo alla volta di TaizĂŠ dove Paolo ed Eliana, che stanno in comunitĂ da qualche giorno, hanno prenotato il pranzo. Arriviamo verso la 13,15, superando la salita finale sotto una pioggerella leggera, non fastidiosa. Paolo ed Eliana ci mostrano la comunitĂ , in particolare la chiesa che con i suoi locali comunicanti che può ospitare migliaia di persone (in quel giorno ne erano presenti 4000) e poi ci mettiamo in coda per il pasto; consumiamo il cous cous con frutto e dolcetto, breve pausa relax, una danza con la musica cantata da noi e ripartiamo alla volta di Cormatin.
La breve sosta prevista a Cormatin si prolunga in quanto alcuni scelgono di visitare il castello; la scelta risulterĂ soddisfacente; la visita allâinterno del castello è guidata da una ragazza cordiale che parla francese lentamente per permetterci di capire e dura circa unâora; poi giriamo in libertĂ per il bel parco con labirinto di aiuole, giardini fioriti tenuti in ottimo stato e orto botanico.
Verso le 17,30 ripartiamo alla volta di Malay; dobbiamo fare una piccola deviazione rispetto alla ciclabile per raggiungere lâHotel*, periferico, che sta lungo la strada principale. Appena arrivati inizia a piovere seriamente! Siamo abbastanza fortunati; lâunico inconveniente è che questo era lâunico hotel con piscina (allâaperto, naturalmente) ma non riusciremo ad utilizzarla. Dopo cena alcuni si dedicano al Burraco, altri alle chiacchiere e sarĂ qui che Fabrizio farĂ la sua prima esibizione musicale con la cornamusa che si è trasporterĂ per tutto il viaggio!
* Hotel La place - Malay (4 km da Cormatin)
http://www.hoteldelaplace.com
(prezzo ½ pensione circa ⏠53; in questa zona non ho trovato alternative per il nostro numeroso gruppo)
Manuela (da 'Durantediario' biciviaggio 2011 - scarica quaderno formato PDF stampa fronte/retro)
Partenza alle 9,00 (è da notare che lo 00 è reale non indicativo perchè sappiamo bene, i vecchi per esperienza, i nuovi lo impareranno subito, che Paolo ha una tolleranza di ben sessanta secondi sui tempi che dice). La âVoie Verteâ è una vecchia ferrovia dismessa e asfaltata che attraversa la bella campagna.
Il grosso vantaggio per âle tourist a veloâ (cicloturista) è che il treno di solito âŚcammina in piano! La ciclabile perciò non dovrebbe avere salite e discese, il condizionale è dâobbligo perchĂŠ quando si attraversano frazioni o paesini invece le salite ci sono eccome!
La parte bella della mattina ci attende di lĂŹ a poco: è il âTunnel du bois clairâ perchĂŠ la ciclabile (cioè la vecchia ferrovia) ci passa dentro.
GiĂ vicino allâimboccatura esce dal tunnel unâaria gelida che ci fa ghiacciare il sudore della recente salita.
PoichÊ il tunnel, lungo quasi tre chilometri, è completamente al buio ci muniamo di felpa, lucine anteriori e posteriori ed entriamo.
Lâesperienza è sintetizzata molto bene da Lucia, la piccolina del gruppo (9 anni ma ne dimostra poco piĂš di sette) che, sul cammellino dietro suo padre, dice: -âè pauroso ma alla fine quasi divertente!â-
Proseguiamo verso la comunitĂ di TaizĂŠ.
Che delusione: mi aspettavo un luogo di raccoglimento e preghiera immerso nel verde, una specie di Lourdes o i luoghi di San Francesco dâAssisi. Non è cosĂŹ! Unâarea vastissima è riservata a parcheggio autobus e parecchi di questi stazionano con il motore acceso, disturbando parecchio con il loro rumore.
Tanti ragazzi ma anche tanta âumanitĂ â che sembra stare lĂŹ per poter dire agli amici ââHo fatto una settimana di raccoglimento a TaizĂŠâ-. Il raccoglimento che si può ottenere in quella confusione, però, è lo stesso che si potrebbe avere in qualsiasi altro luogo del mondo dâoggi e allora che bisogno câè di arrivare fino a TaizĂŠ? Qui pranziamoâŚ
Commento di Alfredo al pranzo in comunitĂ : -âEra meglio il rancio dellâAbate Faria! Vigliacco se ne mangio un altro (di cous cous)! Per la cronaca, il menĂš è: mezzo piatto di cous cous ai sottaceti e uvetta, pane gommoso e un formaggino, lasciato dagli americani dopo il passaggio del fronte, piĂš una pera; in compenso il caffè è una âciofegaâ!â-.
Quando ripartiamo ha ricominciato la pioggerellina.
Cormatin è un piccolo paesino attraversato da unâunica strada âimportanteâ e trafficata con un castello che ci è stato consigliato di vedere. Lo visiterĂ solo una metĂ del gruppo gli altri girano per le quattro viuzze del paese.
Lâalbergo è a quattro chilometri da Cormatin, a Malay, e dobbiamo chiedere per trovarlo ma è spazioso e carino.
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